Navigazione
Il tema dell’innovazione tecnologica e digitale è stato toccato solo in due punti del discorso inaugurale di Giorgia Meloni alla Camera. Questo, insieme alla mancata creazione di un ministero dedicato al tema, sta suscitando reazioni negative da parte di alcune...
Il tema dell’innovazione tecnologica e digitale è stato toccato solo in due punti del discorso inaugurale di Giorgia Meloni alla Camera. Questo, insieme alla mancata creazione di un ministero dedicato al tema, sta suscitando reazioni negative da parte di alcune associazioni di categoria e osservatori del settore.
Si tratta però di due punti però molto pesanti, perché riguardano la rete unica nazionale di telecomunicazioni – che il governo intende riportare sotto il controllo pubblico – e i temi della sovranità tecnologica e della cybersecurity come obiettivi strategici.
Nel corso del dibattito Giorgia Meloni ha anche annunciato che una speciale delega per il digitale sarà affidata a un sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Riportiamo di seguito i passaggi più rilevanti del discorso di Giorgia Meloni con un breve commento.
Rete di telecomunicazioni pubblica come infrastruttura strategica
“Le infrastrutture al Sud non sono più rinviabili, ma anche nel resto d’Italia è necessario realizzarne di nuove, per potenziare i collegamenti di persone e merci ma anche di dati e comunicazioni. Con l’obiettivo di ricucire non solo il Nord al Sud ma anche la costa tirrenica a quella adriatica e le Isole con il resto della Penisola.
Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni”.
Sul tema, il programma di Fratelli d’Italia prevedeva di riportare sotto il controllo statale la rete unica di telecomunicazioni, da crearsi attraverso l’unione delle reti di TIM e Open Fiber.
Sovranità tecnologica, sicurezza e cloud nazionale
“La transizione digitale, fortemente sostenuta dal Pnrr, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al cloud nazionale e alla cyber-security. E vogliamo finalmente introdurre una clausola di salvaguardia dell’interesse nazionale, anche sotto l’aspetto economico, per le concessioni di infrastrutture pubbliche, come autostrade e aeroporti. Perché il modello degli oligarchi seduti su dei pozzi di petrolio ad accumulare miliardi senza neanche assicurare investimenti non è un modello di libero mercato degno di una democrazia occidentale”.
C’è un chiaro riferimento al polo strategico nazionale per il cloud della pubblica amministrazione, i cui lavori sono stati avviati a fine agosto, ma tra le concessioni per cui sono necessarie clausole di salvaguardia non si citano espressamente quelle relative alle reti di telecomunicazione.
Il tema della sovranità dei dati e delle tecnologie sarà affrontato in una sessione dedicata durante il convegno InnovazionePiù organizzato da Computerworld. Interverranno sul tema Dino Bortolotto, Presidente di Assoprovider, l’avv Fulvio Sarzana, docente di Uninettuno e LUM, e Piero Poccianti di AIxIA, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.
News correlate
Non è affatto morto…e altri miti sul Metaverso da sfatare
L’Osservatorio Extended Reality & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano ha deciso di analizzarne 10 falsi miti...
Cineca, sorgerà a Napoli il nuovo centro di supercalcolo da 50 milioni
Il data center ospiterà anche il sistema di HPC di ACN che farà da “hyper SOC” nazionale. Tra gli investitori...
Data breach in Italia, il costo medio è 3,5 milioni. La ricetta? IA e automazione
Secondo l’IBM Cost of a Data Breach Report 2023, in Italia il costo medio per violazione continua a crescere, ma...