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Lo stop causato dalla pandemia ha provocato l’accumularsi dell’arretrato di interventi chirurgici (28 milioni a livello mondiale solo nelle 12 settimane di picco pandemico) che a oggi, sperando che non arrivi una nuova ondata, devono essere smaltiti. Questo determina una...
Lo stop causato dalla pandemia ha provocato l’accumularsi dell’arretrato di interventi chirurgici (28 milioni a livello mondiale solo nelle 12 settimane di picco pandemico) che a oggi, sperando che non arrivi una nuova ondata, devono essere smaltiti. Questo determina una maggiore esigenza, rispetto al passato, in una gestione più efficiente del blocco operatorio.
“La gestione efficiente del percorso chirurgico – scrive lo schema di accordo della Conferenza Stato-Regioni per le linee di indirizzo per il governo del paziente chirurgico programmato – deve essere vista nella prospettiva del governo clinico che identifica un approccio globale alla gestione dei servizi sanitari attraverso politiche di programmazione e gestione dei servizi che devono avere come elemento fondante il miglioramento di qualità e sicurezza mettendo al centro il bisogno degli utenti”.
I principi dell’organizzazione
La necessità di una maggiore efficienza anche del blocco chirurgico, il controllo dei costi e un utilizzo razionale dei fondi del PNRR, spingono verso l’approfondimento e l’utilizzo dell’Operating Room Management (ORM), un nuovo approccio strategico che consente la programmazione del governo del percorso del paziente chirurgico.
Secondo il documento infatti, bisogna dare garanzia del rispetto della trasparenza della lista e dei tempi di attesa previsti dalla normativa sul percorso chirurgico, l’informatizzazione dell’intero percorso chirurgico, raccolta dati e monitoraggio, la conoscenza e il rispetto delle pratiche di sicurezza nella gestione delle sale operatorie, la capacità di rendicontare le proprie performance utilizzando strumenti/indicatori efficaci e condivisi sono i principi rispetto ai quali bisogna fondare l’organizzazione del blocco operatorio.
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Non si tratta di un problema solo italiano. Secondo le previsioni di Blue Wave Consulting, il mercato globale delle soluzioni per la gestione delle sale operatorie valeva 2,7 miliardi di dollari nel 2021 e si prevede che raggiungerà 6,1 miliardi di dollari entro il 2028, con un CAGR del 12,5% nel periodo 2022-2028. “La crescita delle soluzioni per la gestione delle sale operatorie può essere attribuita all’adozione di numerose iniziative da parte dei governi per migliorare le infrastrutture ospedaliere. Con l’aumento delle malattie croniche e l’invecchiamento della popolazione, il mercato è cambiato notevolmente. Gli ospedali spendono circa il 70% del loro budget per le sale operatorie; pertanto, il persistente calo della produzione di ricavi da queste sale specialistiche è preoccupante. Per questo motivo, stanno spingendo sempre più l’uso di soluzioni ORM che migliorano l’efficienza operativa e riducono i costi”.
PNRR e ORM
Nel nostro piccolo in Italia sono a disposizione nei prossimi anni 15,6 miliardi di euro della Missione 6 del PNRR divisi in reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. L’ORM, che rientra nella seconda area di intervento, prevede l’implementazione di soluzioni utili a misurare le performance di un blocco operatorio. Fornisce in sostanza i dati sui quali decisioni prendere, l’oggettività della situazione, attraverso costo del personale in rapporto al carico di lavoro programmato; start-time tardiness, il ritardo del primo intervento della giornata rispetto all’orario prestabilito; percentuale di cancellazione degli interventi programmati; ritardo nell’ammissione all’area di recupero post-anestesiologico; margine contributivo medio per ora di sala operatoria; tempi di turnover.
Razionalizzare le risorse e migliorare le performance sono gli obiettivi di una soluzione data-driven che fornisce valore aggiunto per le varie fasi del processo chirurgico: pianificazione, preparazione, esecuzione, analisi. Questi i moduli in cui si articola una soluzione di ORM che porta vantaggi come il risparmio di tempo e la riduzione degli errori manuali. In tempi in cui si discute di burnout di medici e infermieri e di eccessiva burocratizzazione del lavoro, una stesura informatizzata genera un miglioramento del flusso delle operazioni e l’attività di programmazione e di pianificazione preoperatoria beneficia del rigore che occorre per la predisposizione di ciascun intervento, unita però alla flessibilità necessaria in caso di disdetta o modifiche del calendario
I vantaggi
Con il monitoraggio in tempo reale del blocco operatorio è possibile per esempio integrare l’ORM con i dispositivi in dotazione come i sistemi per anestesia e rianimazione, monitor multiparametrici, pompe infusionali. Anche l’uso di marker temporali, che permettono di tracciare l’intero percorso del paziente in sala operatoria, dal suo ingresso fino all’uscita, sono un modo per avere costantemente un quadro della situazione consultabile su appositi monitor touchscreen o tramite la lettura del codice a barre presente sul braccialetto del paziente. A questo si può aggiungere l’impiego di webcam.
Altro vantaggio consiste nel miglioramento nella gestione delle scorte e dei materiali con una gestione puntuale del magazzino del blocco operatorio. In questo modo è possibile preparare e assegnare i kit chirurgici in maniera scrupolosa, ma anche a controllare le scorte e a registrare gli effettivi consumi in tempo reale. Strumentari e sistemi protesici possono essere monitorati fin nella sala operatoria, in maniera tale da attivare il reintegro quando serve e da mantenere traccia dello storico dei movimenti di tutti i dispositivi presenti in magazzino.
Lo studio sul Rizzoli di Bologna
Per verificare sul campo cosa succede con l’introduzione dell’ORM Regione Campania, Formez, Università Federico II e Cirpa hanno realizzato uno studio che ha preso in esame la fattibilità di un ORM System nella chirurgia ortopedica delle Aziende Ospedaliere Ospedale dei Colli e Santobono Pausilipon. Il project work ha identificato come modello di riferimento il Rizzoli di Bologna “per analizzare – si legge nello studio – l’impatto derivante dalla possibilità di dotare i due complessi operatori di ortopedia delle due strutture di un sistema informativo di sala operatoria valutandone le ricadute rispetto all’attuale stato di fatto”.
La simulazione si è focalizzate anche nel valutare il ritorno dell’investimento (ROI) tenendo conto di un cambio di paradigma nella consueta allocazione delle risorse umane e strumentali. Invece di prevedere, cioè, un aumento di entrambe per ottimizzare i workflow dei blocchi operatori, si è cercato di capire in che modo la digitalizzazione dei processi potesse facilitare un’ottimizzazione di quelle presenti generando ricadute positive dal punto di vista dei tempi di attesa, delle giornate di ricovero e della soddisfazione generale dei pazienti.
Nel complesso la branca ortopedica del CTO dell’Ospedali dei Colli di Napoli comprende tre sale dedicate alla chirurgia ortopedica dimensionate per un numero medio di 3.100 interventi all’anno suddivisi nell’arco di 240 giorni effettivi, a fronte di un budget totale del blocco pari a 4.500.000 euro. Le due sale operatorie del Santobono-Pausilipon di Napoli possono invece gestire all’incirca 1500 interventi all’anno suddivisi nell’arco di 240 giorni, con un budget totale pari a un valore di 1.500.000 euro.
La simulazione ha evidenziato una serie di benefici nelle varie fasi del percorso chirurgico e in generale in termini di maggiore efficienza ed efficacia. Il progetto di informatizzazione, però, deve necessariamente prevedere differenti tappe che comportano inevitabilmente un ingente sforzo complessivo, non solo per la struttura organizzativa, ma anche e soprattutto per le diverse componenti professionali coinvolte. I benefici hanno riguardato la preoperatoria, intra-operatoria, la gestione del materiale, la post-operatoria, l’efficienza e le informazioni con tracciabilità e sicurezza del rischio. In termini di costi si è tradotta in un risparmio per le sale di chirurgia degli Ospedali dei Colli fino al 12,8% l’anno per un ammontare pari a 576.011 euro, mentre l’incidenza per il Santobono sarebbe del 15,6%, per un controvalore di 234.609 euro su base annua.
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